La vita di Jane Austen, i suoi romanzi e le protagoniste indimenticabili che hanno fatto la storia della letteratura
Quando pensiamo alla letteratura femminile inglese, un nome risplende su tutti: Jane Austen. Dietro ai suoi romanzi raffinati, ironici e appassionanti, c’è una donna dall’intelligenza affilata, dallo spirito indipendente e da una vita tanto appartata quanto ricca di osservazione sociale e profondità emotiva.
Un’infanzia tra i libri
Jane Austen nacque il 16 dicembre 1775 a Steventon, nell’Hampshire, in Inghilterra. Era la settima di otto figli di George Austen, un reverendo anglicano, e Cassandra Leigh. La casa della sua infanzia era piena di libri, conversazioni stimolanti e una certa apertura mentale che incoraggiò presto le sue inclinazioni letterarie. Fu istruita inizialmente in casa e poi in collegi privati, ma gran parte della sua educazione fu autonoma: Jane era un’avida lettrice fin da bambina.
Jane era molto legata alla sua famiglia, soprattutto al padre George, che sostenne la sua istruzione e incoraggiò le sue prime scritture. Ma la relazione più profonda fu con la sorella Cassandra, a cui scrisse centinaia di lettere, molte delle quali sono oggi la fonte principale per conoscere i suoi pensieri, sogni e dolori.
Dopo la morte del padre nel 1805, Jane, Cassandra e la madre vissero in condizioni modeste, ospitate prima da parenti, poi stabilendosi a Chawton, nel cottage messo a disposizione dal fratello Edward. Lì, finalmente, Jane trovò la stabilità e il silenzio necessari per scrivere i suoi capolavori.
Un cuore libero
Jane non si sposò mai, una scelta coraggiosa in un’epoca in cui il matrimonio rappresentava quasi l’unica via per la sicurezza economica e il rispetto sociale di una donna. La sua decisione non fu frutto di un disinteresse per l’amore: anzi, fu proprio l’amore, quello vero, profondo e libero, che lei pretese, rifiutando qualsiasi legame non sentito.
Due furono gli uomini che entrarono nella sua vita:
Tom Lefroy, un giovane avvocato irlandese che incontrò da ragazza. I due si innamorarono sinceramente, ma la famiglia di lui ostacolò la relazione per motivi economici. Tom fu allontanato e Jane ne restò profondamente segnata.
Harris Bigg-Wither, un ricco erede che le fece una proposta di matrimonio quando Jane aveva 27 anni. Lei inizialmente accettò, ma ci ripensò la mattina dopo, annullando il fidanzamento. Questo gesto dimostra una fedeltà incrollabile ai suoi ideali: meglio sola che prigioniera di un matrimonio senza amore.
Jane Austen non si ribellò mai apertamente ai canoni della sua società, ma scelse il silenzioso e rivoluzionario potere della penna per raccontare un altro tipo di eroina: intelligente, indipendente, spesso ironica e profondamente umana.
La carriera letteraria
Jane Austen iniziò a scrivere molto presto: a 12 anni aveva già composto racconti e parodie. Ma il suo primo romanzo pubblicato fu Sense and Sensibility (Ragione e Sentimento), nel 1811, firmato semplicemente “By a Lady”.
Seguirono altri capolavori:
- Pride and Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio, 1813)
- Mansfield Park (1814)
- Emma (1815)
- Northanger Abbey (L’abbazia di Northanger) e Persuasion (Persuasione) (postumi, 1818)
Una voce femminile senza tempo
Jane Austen non fu solo una scrittrice: fu un’attenta cronista dell’animo femminile, una pioniera della narrativa moderna e una donna che, pur vivendo in un mondo dominato dagli uomini, trovò il modo di far sentire la sua voce attraverso i secoli.
Nei suoi romanzi, le donne non aspettano di essere salvate: pensano, scelgono, sbagliano, crescono. E soprattutto, sono protagoniste della propria storia.
Le protagoniste femminili: donne in anticipo sui tempi
Elinor e Marianne Dashwood – Ragione e sentimento
Due sorelle agli antipodi: Elinor rappresenta la razionalità, mentre Marianne la passione e l’istinto. Jane Austen esplora la tensione tra ragione ed emozione, suggerendo che entrambe sono essenziali per una vita piena.
Elizabeth Bennet – Orgoglio e pregiudizio
Forse la più amata tra tutte. Lizzy è arguta, vivace, indipendente: sfida le convenzioni con intelligenza e ironia. Il suo percorso con Mr. Darcy è una danza tra orgoglio e pregiudizio, da entrambe le parti.
Fanny Price – Mansfield Park
Una figura meno popolare, ma molto interessante: fragile e silenziosa, ma anche tenace e morale. Fanny rappresenta la virtù discreta, la forza interiore di chi non cerca la ribalta.
Emma Woodhouse – Emma
La protagonista più contraddittoria: viziata, intelligente, manipolatrice, ma con una crescita personale profondissima. Jane Austen ci mostra quanto sia difficile, ma necessario, imparare a conoscere sé stessi.
Anne Elliot – Persuasione
Una delle eroine più mature: Anne è una donna che ha amato, ha perso, e ha saputo aspettare. È simbolo di dignità e di seconda possibilità, con un romanticismo dolce e misurato.
Lady Susan Vernon – Lady Susan
Protagonista del romanzo epistolare breve pubblicato postumo nel 1864, Lady Susan rappresenta un raro esempio di anti-eroina all’interno dell’opera di Jane Austen, una donna consapevole del proprio potere sociale e pronta a sfruttarlo in un mondo che lascia poche alternative alle donne ambiziose.
Curiosità e aneddoti
Jane Austen pubblicò i suoi libri anonimamente, perché all’epoca era scandaloso per una donna scrivere romanzi.
Era solita scrivere su piccoli fogli che poteva facilmente nascondere se qualcuno entrava nella stanza.
Era un’osservatrice formidabile della società, ma non amava la vita mondana. Preferiva i piccoli raduni familiari, le passeggiate e le lettere.
Il suo stile ironico ha ispirato numerosi autori moderni, da Virginia Woolf a Helen Fielding, autrice di Bridget Jones’s Diary (Il Diario di Bridget Jones).
La corrispondenza privata: la vera voce di Jane
Le lettere di Jane Austen, soprattutto quelle scambiate con la sorella Cassandra, rappresentano un documento prezioso della sua interiorità. Di oltre 3.000 lettere, ne sono sopravvissute poco più di 160, poiché Cassandra distrusse gran parte della corrispondenza per proteggere la memoria della sorella da occhi indiscreti.
Nonostante questo, ciò che resta ci rivela una Jane vivace, arguta, profondamente ironica, affettuosa e protettiva verso la sua famiglia, attentissima osservatrice della società, capace di cogliere ogni sfumatura di comportamento, talvolta tagliente e critica, soprattutto verso le ipocrisie del suo tempo.
Nelle lettere si percepiscono i suoi dubbi, le sue gioie semplici, il disincanto verso le convenzioni sociali e la sua costante ricerca di equilibrio tra sentimento e ragione.
In una celebre lettera scrisse:
“What dreadful hot weather we have! It keeps one in a continual state of inelegance.” (“Che tempo terribilmente caldo che abbiamo! Ti mantiene in uno stato continuo di ineleganza.”)
Ironia domestica, eleganza della parola, intelligenza senza orpelli. La sua vera voce.
Jane Austen e Beatrix Potter: donne fuori dagli schemi
Sotto il profilo dell’indipendenza femminile e dell’anticonvenzionalità, anche se vissute in epoche e con intenti narrativi diversi, Jane Austen condivise una sorprendente qualità con un’altra scrittrice inglese: Beatrix Potter. Entrambe hanno perseguito una carriera letteraria indipendente in un contesto sociale che relegava le donne al silenzio e alla dipendenza. Jane Austen, con la sua satira sociale celata in eleganti romanzi d’amore, e Beatrix Potter, con le sue storie per bambini accompagnate da illustrazioni delicate, sono state donne anticonvenzionali. Hanno saputo imporsi come autrici rispettate, evitando l’adesione ai ruoli imposti. Entrambe hanno pubblicato inizialmente in forma anonima o autoprodotta, e il loro successo dimostra che il talento può emergere anche quando il mondo non è pronto a riconoscerlo subito.
Negli ultimi anni della sua vita, Jane Austen cominciò a soffrire di una malattia debilitante (forse morbo di Addison o linfoma), che la portò lentamente al declino. Nonostante ciò, continuò a scrivere con tenacia. Morì il 18 luglio 1817, a soli 41 anni. Fino alla fine, mantenne umorismo, lucidità e amore per la scrittura. Fu sepolta nella cattedrale di Winchester, un raro onore per una donna di lettere.
Jane Austen non viaggiò molto, non visse grandi avventure, non sposò un eroe romantico. Eppure, nei suoi piccoli mondi di campagna e convenzioni, seppe osservare l’animo umano con una precisione sorprendente. La sua vita fu una scelta di autenticità, di indipendenza intellettuale, e di fedeltà alla propria visione del mondo. Una donna silenziosa, ma con una voce destinata a durare per secoli.